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IL COMANDANTE E LA CICOGNA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 12 novembre 2012
 
di Silvio Soldini, con Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Luca Zingaretti, Maria Paiato (Italia - Svizzera, 2012)
 

Per alcuni il Silvio Soldini da ricordare rimane quello di L'ARIA SERENA DELL'OVEST, di Un'anima divisa in due o di Le acrobate, mosaici pudici ma pure di grande sensibilità stilistica, straordinarie ragnatele di legami simmetrici e mistici fra personaggi, spensieratamente lombardi dapprima, sempre più segreti, quasi metafisici nel proseguo della carriera del regista ticinese e milanese. Per altri, per la gran parte, Soldini è l'autore dello straordinario successo di Pane e tulipani, satirico, ma osservatore del contemporaneo, pure poeticamente straniante, malinconico sotto la sua comicità surreale. Il piacere che provoca la visione di Il comandante e la cicogna nasce da quello di ritrovare fusi con leggerezza sorprendente, quei due filoni dell'ispirazione del regista.


C'erano dei rischi nascosti dietro l'ipotesi allettante di uno sguardo addirittura comico sulla società per tanti versi disastrata del momento attuale: quello di volere recuperare in modo forzato le atmosfere, sempre utili e accattivanti, della commedia all'italiana. E perdere cosi, in quella programmazione, l'istintiva spontaneità che da sempre governa il cinema di Soldini. Succede, ma in minima parte. Come si desume dal titolo curioso, Il comandante e la cicogna si alimenta di due sorta di sguardi: quello del comandante, che sarebbe poi la statua di un Garibaldi che commenta ironico e sconsolato quanto è costretto ad osservare sopra le strade di Torino. E quello di una cicogna, figura mitica e quasi fantastica, apportatrice per autonomasia di vite e speranze novelle, con la quale colloquia Elia, il ragazzino che non sogna soltanto su Internet, che ruba le rane in scatola al supermercato per conquistarsi l'affetto della pennuta Agostina.


Elia non è che uno dei tanti aspetto di un mosaico che funziona più coralmente che sulla traccia di una progressione drammatica: nella sapiente sceneggiatura (con dei dialoghi spesso giustissimi oltre che esilaranti) dello stesso regista con la fedele Doriana Leondeff e Marco Pettinello, coesistono argutamente uno spaccato realistico con un altro sognato. C'è infatti molta dell'Italia precaria nelle figure dell'idraulico Elia (un'adeguatissimo Valerio Mastandrea) che fatica affettuosamente a crescere il ragazzino della cicogna e la figliola che si farà incastrare in una boccacciata sulla Rete; nell'artista delicata e idealista (Alba Rohrwacher) alle prese con un paradossale padrone di casa moralista (impagabile Giuseppe Battiston), nell'avvocato Malaffano, più vicino alla delinquenza che al cinismo ( Luca Zingaretti, irresistibile).


Gli attori, come sempre nei film di Soldini, sono perfetti, anche perchè seguiti con un affetto che nasce da una lunga complicità. Ma ci voleva tutta la sensibilità maturata da anni del regista perché riuscissero a risultare credibili (assieme al godibilissmo affanno incrociato delle loro vicissitudini) nei due toni contrastanti del film, nella favola fantastica come nel realismo morale. Certo, non tutto funziona alla perfezione, qualche sequenza scivola in un grottesco un po' spiccio, le statue che colloquiano fra di loro non rappresentano proprio una novità. Ma all'interno dell'intelligenza e della grazia di Il comandante e la cicogna si ride, e di gusto. Cosa vogliamo di piu'?

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For some, the Silvio Soldini to be remembered is that of L'ARIA SERENA DELL'OVEST, of Un'anima divisa in due or of Le acrobate, modest mosaics but also of great stylistic sensitivity, extraordinary webs of symmetrical and mystical links between characters, carefree Lombard at first, increasingly secret, almost metaphysical as the Ticinese and Milanese director's career continued. For others, for the most part, Soldini is the author of the extraordinarily successful Bread and Tulips, satirical, but an observer of the contemporary, also poetically alienating, melancholic beneath his surreal comedy. The pleasure of watching The Commander and the Stork stems from finding these two strands of the director's inspiration fused with surprising lightness.


There were risks hidden behind the alluring hypothesis of an even comic look at society, which in many ways is in disarray at the present time: that of wanting to forcibly recover the atmospheres, always useful and captivating, of Italian comedy. And thus lose, in that programming, the instinctive spontaneity that has always governed Soldini's cinema. It happens, but only to a very small extent. As the curious title suggests, Il comandante e la cicogna is nourished by two kinds of gazes: that of the commander, who would then be the statue of a Garibaldi commenting ironically and disconsolately on what he is forced to observe above the streets of Turin. And that of a stork, a mythical and almost fantastic figure, the bringer of new lives and hopes by autonomy, with whom Elia talks, the boy who dreams not only on the Internet, who steals canned frogs at the supermarket to win the affection of the bird Agostina.


Elia is just one of the many aspects of a mosaic that works more chorally than on the basis of a dramatic progression: in the skilful script (with often very correct as well as hilarious dialogue) by the director himself with his faithful Doriana Leondeff and Marco Pettinello, a realistic cross-section wittily coexists with another dreamed one. There is a lot of precarious Italy in the figures of the plumber Elia (a very adequate Valerio Mastandrea) who struggles affectionately to raise the stork's little boy and the daughter who will get caught in a mouthful on the Net; in the delicate and idealistic artist (Alba Rohrwacher) struggling with a paradoxical moralistic landlord (priceless Giuseppe Battiston), in the lawyer Malaffano, closer to crime than to cynicism (Luca Zingaretti, irresistible).


The actors, as always in Soldini's films, are perfect, also because they are followed with an affection born of a long-standing complicity. But it took all the director's sensitivity gained over the years for them to succeed in being credible (along with the highly enjoyable cross-over of their vicissitudes) in the film's two contrasting tones, in the fantastic fable and in the moral realism. Admittedly, not everything works perfectly, some sequences slip into a rather obvious grotesque, the statues talking to each other is not exactly a novelty. But within the intelligence and grace of The Commander and the Stork you can laugh, and with gusto. What more do we want?


   Il film in Internet (Google)
  Film dello stesso regista

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